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Il blog di Girolibero

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Cuba in bicicletta – pedalando a La Habana

Il nostro viaggio a Cuba in bicicletta inizia da La Habana: tra auto d’epoca, edifici antichi e colorati, passi di salsa, piatti della tradizione assolutamente da assaggiare e il miglior gelato di Cuba. Si parte!

Diario di un viaggio a Cuba in bicicletta

Una volta scaricata la bicicletta dalla stiva ed usciti dall’aeroporto José Martí, stanchi dopo il lungo volo, le energie ci tornano improvvisamente alla vista dello skyline di La Habana lungo il Malecón. Quando arriviamo verso sera c’è parecchio vento e possiamo vedere la schiuma delle onde dell’oceano infrangersi sul muretto del lungomare dove i cubani passeggiano tranquillamente senza preoccuparsi degli schizzi.

 

Sul bus ci sono più turisti che cubani. Avvicinandosi alla città e guardando fuori dal finestrino vediamo ancora le vecchie auto americane importate prima della rivoluzione e un cubano impegnato nel rattoppo di un motore con del nastro americano. Ora le cose stanno cambiando, ma fino a pochi anni fa era vietato comprare un’auto nuova ed insieme all’embargo, ecco il motivo di tante vecchie auto d’epoca in circolazione. I cubani sono famosi per sapere aggiustare qualsiasi cosa in qualunque luogo con qualsiasi cosa e queste auto americane che hanno spesso bisogno di manutenzione li hanno resi espertissimi in materia. Dicono che con l’apertura al mercato degli Stati Uniti queste macchine saranno destinate a scomparire, ma per il momento non è così.

viaggio in cuba

Sulle tracce di Hemingway a La Habana Vieja

Scesi dal bus a La Habana Vieja quando ormai è sera è impossibile non sentirsi trasportati in un’altra epoca dove il tempo ha smesso di scorrere. Le vecchie case coloniali barcollanti, un uomo con una bancarella improvvisata dove offre il servizio di ricarica accendini, la luce degli antichi lampioni sul ciottolato e quattro vecchietti che giocano a domino qualche passo più in là, bastano a trasportarci subito sul set di un film o tra le pagine di Hemingway nella Cuba che ci hanno saputo raccontare.

La Habana è una città davvero tranquilla dove poter passeggiare anche la sera e decidiamo di seguire da subito i consigli di Hemingway andando a bere “il mio mojito a la Bodeguita e il mio Daiquiri a El Floridita”. Sono locali piuttosto inflazionati dalla presenza dei turisti, ma sono una tappa obbligata anche solo per dare uno sguardo ai memorabilia appesi alle pareti, testimonianza di quante personalità da Allende a Sartre siano passate di qui. Il ron cubano è molto più forte ed aromatico di quelli a cui siamo abituati di solito ed i loro drink sono davvero forti, ma l’aroma delicato della hierbabuena o il succo d’ananas li rendono piacevoli con questo caldo. Negli anni del proibizionismo americano La Habana era la meta di molti statunitensi illustri ed alcuni cocktails furono dedicati proprio a loro, come ad esempio il Mary Pickford o il Papa Hemingway Special. La canna da zucchero è stata una delle coltivazioni principali a Cuba e se volete conoscere i segreti di qualche maestro ronero e la storia del ron cubano, è possibile visitare il Museo Havana Club.

Salsa cubana per principianti

Non è un luogo comune che i cubani respirino e vivano la musica e la danza e per immergerci definitivamente nello spirito caraibico, decidiamo di andare a la Casa de la Musica de Centro, uno dei locali più rinomati della città, per ascoltare un gruppo di salsa che suona dal vivo. I cubani sono dei musicisti davvero dotati, sia che suonino in uno spettacolo o che improvvisino sulla porta di casa con percussioni, clave e chitarra, ed essere contagiati dal ritmo è davvero inevitabile.

Usciti dal locale ci accorgiamo di essere affamati e riusciamo a scovare un ristorante che ci dà una cajitas, una scatola da asporto con dentro la comida criolla: congrì (riso e fagioli), platano fritto e maiale. Per mangiarlo bisognerebbe avere le posate, ma l’arte di arrangiarsi che domina Cuba ci ha contagiati ed anche mangiato con le mani sembra perfetto!

In bicicletta per le strade di La Habana

 

Dopo una bella dormita siamo pronti a girare in bicicletta per la città di giorno e la luce liquida tropicale che si infila nei cunicoli più stretti ci fa vedere La Habana multicolore che la sera prima avevamo solo immaginato.

A Cuba il turismo in bicicletta è ancora poco praticato e non ci sono piste ciclabili, ma la nostra bici si rivela un ottimo mezzo per avere una panoramica davvero unica sulla città. Pedalare sul ciottolato del Prado ed arrivare a Plaza de la Revolucion ammirando il Teatro Nacional e passando per l’hotel Seville,l’hotel Inglaterra, sotto ai lampioni con ronzanti trasformatori pericolanti per arrivare al Capitolio Nacional, oggi Museo delle Tecniche e della Scienza, ci offre un ottima occasione per vedere scorci inusuali di La Habana gareggiando con i Cocotaxi. Siamo attirati dai colori che vediamo sotto una scritta “Callejon de Hamel” e scesi dalla bicicletta attraversiamo questo microquartiere nel centro della città creato dal pittore cubano Salvador Gonzales dove l’esplosione di colori africani si fonde con la cultura cubana in murales e sculture con materiale riciclato che formano una vera e propria galleria d’arte a cielo aperto.

Dopo aver visto il Museo de la Revolucion un po’ vecchiotto ed impolverato, ma utile a comprendere il ruolo della rivoluzione e l’orgoglio del popolo cubano, decidiamo di prendere la bicicletta per andare a prendere un gelato da Coppelia nel quartiere de El Vedado.

Coppelia, la cattedrale del gelato

Coppelia è una catena di gelaterie statali simbolo di Cuba dal 1966 voluta da Fidel Castro per diffondere il gelato tra i cubani e resa famosa dal film Fragole e Cioccolato e la sede di La Habana è tra le più grandi e frequentate. Da Coppelia ci si mette in fila in coda e si aspetta pazientemente che il cameriere con la sua cartellina ti dica quando è il tuo turno ed i gusti disponibili. Due palline sono una jimagua e tre sono tres gratias, i gusti da assaggiare la vaniglia, la banana ed il famoso abbinamento fragola e cioccolato.

Andare da Coppelia, aspettare anche mezz’ora con pazienza e guardarti semplicemente intorno, è un vero rituale, un’esperienza che ti avvicina allo spirito dei cubani ed il gelato, poi, è davvero buonissimo come dicono. Non mi era mai capitato prima di trascorrere del tempo ad aspettare in fila sotto il sole e pensare a quel momento come ad un piccolo riassunto di viaggio, in questo caso del cuore di La Habana, dove la povertà spesso è molto pesante ma si sa avere il tempo, la leggerezza e la calma di mettersi in fila per gustarsi qualcosa di buono. Questa è la vera alma che Cuba ha saputo proteggere nel corso degli anni in mezzo a molte difficoltà, speriamo che possano continuare a conservarla.

Dopo aver gironzolato per la capitale il nostro viaggio in bicicletta a Cuba prosegue verso Nord, alla scoperta dei grandi parchi nazionali. Te lo raccontiamo nella seconda parte del diario.

 

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Viaggio culturale tra storia e spiagge delle Antille

L’Arcipelago de los Canarreos in catamarano


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